Eseguito attorno al 1559-60, probabilmente con l’ausilio di aiutanti di bottega, il dipinto ha molte caratteristiche del Tiziano maturo. Interessante la resa del cielo, ove la stesura cromatica lascia a tratti spazio alla tela lasciata grezza, con un effetto del tutto particolare. Vale la pena di ricordare anche una curiosità: il grazioso cagnolino ai piedi della capanna venne coperto, perché ritenuto scandaloso e irriverente. Nel De pictura sacra, Federico Borromeo, fondatore dell’Ambrosiana, definì l’ispiratore di tale rimozione “austero e fanatico” e riporta le parole di Tiziano stesso, secondo il quale “non faceva meraviglia che gente ignorante di ogni arte avesse potuto commettere un simile sfregio”. In occasione dell’ultimo intervento restaurativo, la bestiola è stata recuperata, contribuendo a sottolineare l’interesse naturalistico del geniale pittore veneto.