Il percorso ripercorre, attraverso la ricchissima collezione dell’Ambrosiana, l’intera evoluzione nei secoli della pittura naturalistica, che progressivamente va perdendo le proprie valenze allegorico-simboliche per elevarsi a mezzo di rappresentazione della realtà e, più tardi, a campo di sperimentazione pittorico-scientifica.
Già all’interno del nucleo originario della Pinacoteca Ambrosiana, costituito dalla raccolta che Federico Borromeo donò nel 1618, uno spazio di riguardo hanno per quantità e qualità i dipinti di soggetto naturalistico, suddivisi principalmente tra paesaggi e nature morte.
Spiccano in particolare le opere degli artisti fiamminghi Jan Brueghel e Paul Bril, conosciuti e frequentati dal cardinale durante i suoi soggiorni romani, e la Canestra di frutta di Caravaggio, di cui invano Federico Borromeo cercò un pendant che potesse reggere il confronto.
Canestra di frutta, Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610), 1594-1598, olio su tela, 62 × 47 cm
Apprezzati dal cardinale per la cura lenticolare dei dettagli e descritte nel suo celebre “Musaeum”, spesso applicata in dimensioni fortemente ridotte, e da lui considerati allegoria della potenza creatrice di Dio, le nature morte e i paesaggi fiamminghi connotano ancora oggi le collezioni della Pinacoteca Ambrosiana, che nel tempo ha acquisito altre opere di tale soggetto.
La visita guidata accompagna il visitatore in un excursus sulla pittura di soggetto naturalistico a partire dagli sfondi “aerei” di Marco d’Oggiono e dagli originali e spigolosi paesaggi di Bramantino, per giungere al capolavoro di Caravaggio e ai dipinti fiamminghi del Seicento, secolo in cui paesaggio e natura morta si affermano come generi pittorici autonomi, fino ad arrivare alle settecentesche scene bucoliche di Francesco Londonio, ai lavori ottocenteschi di Massimo D’Azeglio e Mosè Bianchi e alle prove divisioniste di Gaetano Previati.
Paesaggio con San Giovannino, Paul Bril (1554-1626), 1590-1599, olio su tela, 86 × 131 cm