Biblioteca
BIBLIOTECA CHIUSA AL PUBBLICO
A motivo dell'emergenza sanitaria, la Biblioteca è chiusa dal 18 gennaio 2021 sino a data da destinarsi
Un percorso dedicato all’arte scultorea, attraverso la ricca collezione del complesso dell’Ambrosiana, includendo anche la Chiesa di San Sepolcro.
Partendo dall’aula superiore della chiesa di San Sepolcro, analizzeremo alcuni rari gruppi dell’artista Agostino de’ Fondulis rappresentanti l’Ecce Homo, l’Ultima Cena e la Lavanda dei piedi, squisiti esempi di sculture in terracotta di carattere devozionale.
Addentrandoci invece all’interno della Pinacoteca, avremo modo di osservare i calchi di alcune importanti opere come i rilievi della Colonna Traiana, la statua ellenistica del Laocoonte, la testa del cavallo del Monumento equestre di Marco Aurelio e la copia della Pietà Vaticana di Michelangelo Buonarroti, opere che si collegano alla funzione didattica che l’Accademia Ambrosiana si era proposta fin dai tempi della sua fondazione da parte di Federico Borromeo.
A sinistra, Rilievi del monumento sepolcrale di Gaston de Foix, Agostino Busti detto il Bambaia (1483-1548), dal 1516-1517, marmo (particolare: candelabre con trofei militari e prigioni); a destra, Pietà, Michelangelo Buonarroti (1475-1564), 1499, (copia del XVI secolo), calco in gesso, 174 × 180 × 85 cm
La scultura nella sua funzione funebre è ben esemplificata dal capolavoro di Agostino Busti detto il Bambaia per la tomba di Gaston de Foix, un vero proprio intaglio marmoreo in cui il virtuosismo classicista dell’artista giunge ad un apice formale senza eguali. La ritrattistica è invece ben documentata, oltre che da alcune piccole ma preziose teste di arte romana, dai busti del Peristilio e del Cortile degli Spiriti Magni.
Salendo al piano superiore si incontrano alcune sculture monumentali donate all’Ambrosiana dalla Veneranda Fabbrica del Duomo e che conducono alla sala delle Virtù dove due gruppi scultorei in terracotta rendono omaggio alle miniature di Niccolò da Bologna del codice ambrosiano B42 presente in Biblioteca, per poi terminare il percorso con i due autoritratti dei grandi del Neoclassicismo, Canova e Thordvalsen.